della Stampa.
Famiglia di Artisti: poeti, musicisti, scrittori, fino a diventare Editori e Stampatori.
Il tutto inizia nel lontano 1886 a Verucchio con Domenico Pazzini e il suo primo torchio tipografico, presente ancora oggi nel museo con il quale stampava piccoli lavori per la Pubblica Amministrazione.
Qualche decennio successivo il figlio Eugenio, appassionato poeta dialettale, dopo aver studiato come tipografo-compositore, trasforma la sua passione in Arte e mestiere fondando la casa editrice Pazzini.
Negli anni Sessanta sarà Pier Giorgio Pazzini a trasformare la piccola Bottega artigiana di paese in azienda dall’aspetto industriale, orientandola alla stampa offset ed investendo nelle prime macchine da stampa 70×100 a 4 colori.
Con l’ingresso di Filippo, figlio di Pier Giorgio, a fine anni ’90 continua il rinnovamento aziendale adeguandosi alle sempre più mutevoli esigenze di mercato. È presto allestito un moderno reparto di prestampa con CTP e un impianto di stampa digitale. Negli anni a seguire, Pier Giorgio e Filippo, continuano ad investire in persone e attrezzature: un sistema di nobilitazione post stampa impreziosisce le stampe, software e plotter di ultima generazione per packaging e cartotecnica offrono al nostro cliente un servizio sempre più su misura; come sarti di altri tempi disegniamo e modelliamo progetti dedicati. Studiamo, sperimentiamo, rispettiamo le regole, a volte le stravolgiamo, ci assumiamo dei rischi, cresciamo, inventiamo.
Un museo è un luogo dove il Tempo si è fermato e trasformato in Spazio.
Una ricchezza per l’Azienda, per tutto lo staff e l’intera comunità locale da preservare.
Un rifugio all’interno del quale fa bene di tanto in tanto riprendere il fiato dalla frenesia dei giorni moderni. Un cammino che vale la pena percorrere più volte per tenere viva nella memoria le nostre radici storico-culturali. Un viaggio che ci rende consapevoli del nostro essere, donandoci la possibilità di un’affermazione piena nella società che ci accoglie.
Macchinari che hanno fatto la storia di quella che fu la Bottega Artigiana della Pazzini: il Torchio “Amos Dell’Orto” del 1852, la Pedalina, la Pianocilindrica Work Augsburg del 1905, la Reprocamera, la Linotype delle Officine Aldo Vero di Brescia, l’Italtype mod. Alfa, la Linocomp 2, banconi con caratteri di legno e in piombo e numerose altre macchine storiche, veri e proprio gioielli tutti ancora perfettamente funzionanti. Non solo macchinari della seconda metà dell’ottocento, o dell’era di Gutenberg, ma un vero e proprio rimando alla storia di una famiglia, da 135 anni tipografi, poeti, musicisti editori, che si intreccia con la storia della stampa e della vita del paese. In mostra anche immagini d’epoca della Valmarecchia, stampate in Bottega, come la foto del Duce in visita a Verucchio e il libretto in copia unica per il beato Gregorio Celli.